giovedì 19 gennaio 2012

Il Comitato Onu sferza l'Italia

In Evidenza
17/01/2012 -

IL CASO "Per le donne dovete fare di più"
Il Comitato Onu sferza l'Italia

Fonte: lastampa.it
Articolo di Laura Preite
La Cedaw presenta un rapporto che inchioda Roma: stereotipi, violenze e troppe discriminazioni
La Consigliera di parità replica: "Ma sul lavoro siamo migliorati"

«L'Italia deve fare molto di più, c'è uno scarto tra legge e sua applicazione che va colmato, le donne non sono il problema ma la soluzione», questo l'appello accorato, oltre che nei termini, anche nei modi, di Violeta Neubauer, membro del Comitato Onu per l'eliminazione delle discriminazione nei confronti delle donne, che vigila sull'applicazione dell'omonima convenzione internazionale, la Cedaw, nella sala Mappamondo della Camera dei deputati, in occasione della presentazione del rapporto ombra sui diritti delle donne in Italia.

Le osservazioni del Comitato Cedaw
La Cedaw è il principale strumento internazionale di riconoscimento e difesa dei diritti delle donne. Per la prima volta una decina di associazioni ha presentato, a New York, lo scorso luglio, in contemporanea con la presentazione del rapporto quadriennale del Governo italiano sull'implementazione della Convenzione, un rapporto-ombra che mette a fuoco le criticità della situazione nazionale rispetto alle norme contenute nella carta, iniziando un dibattito. Le Osservazioni conclusive del Comitato, successive al lavoro degli stati membrei e delle Ong hanno sintetizzato diverse criticità soprattutto nella rappresentazione stereotipata (punto 22-25) e per quanto riguarda la violenza (26-27). I due fattori sono messi in relazione.

Si legge nel rapporto: “Il Comitato rimane profondamente preoccupato per la rappresentazione della donna quale oggetto sessuale e per gli stereotipi circa i ruoli e le responsabilità dell'uomo e della donna nella famiglia e nella società. Tali stereotipi, contenuti anche nelle dichiarazioni pubbliche rese dai politici minano la condizione sociale della donna, come emerge dalla posizione svantaggiata in diversi settori, incluso il mercato del lavoro, l'accesso alla vita politica e alle cariche decisionali”. Il Comitato raccomanda l'adozione di codici di condotta e di essere aggiornato fra due anni (e non dopo i canonici quattro), sui risultati raggiunti. Preoccupa anche il tema della violenza di genere, quella verso bambine e donne adulte, uccise dai propri compagni, mariti, o ex, (è la prima causa di morte per le donne dai 15 ai 44 anni). Sono necessari, per il Comitato, garantire case rifugio dove le donne in fuga possano sentirsi al sicuro ed essere assistite, e la formazione di personale giudiziario, medico e sociale qualificato che le possa assistere in tutte le fasi del processo. Così come è necessario per l'Italia ratificare la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza nei confronti delle donne firmato a Istanbul lo scorso maggio da 10 stati europei.

Il rapporto ombra
Il lavoro delle Ong ha facilitato l'attività di monitoraggio del Comitato. I punti critici, individuati dalla Piattaforma Cedaw (a cui hanno aderito Actionaid, Arcs arci, Fondazione Pangea, associazione Differenza donna, Be free, Casa internazionale delle donne, fratelli dell'uomo, Giuristi democratici e le9) sono diversi: lavoro e welfare, tratta e prostituzione, stereotipi e rappresentanza politica, violenza, diritti sessuali e salute riproduttiva. «Saremo il watchdog, il cane da guardia – spiega Rossana Scaricabarozzi di Actionaid tra le rappresentanti della Piattaforma, presenti all'incontro moderato dalla giornalista Rai Tiziana Ferrario – vigileremo affinché le misure contenute nella Cedaw e le raccomandazioni vengano attuate, se non arrivano risposte ci attiveremo per sollecitarle, vogliamo iniziare un dialogo con le istituzioni nazionali e internazional». Al tavolo politico, dove sono seduti gli onorevoli Calipari (vicepresidente del Pd alla Camera), Saltamartini (Pdl) Di Giuseppe (Idv) e Della Vedova (Fli), si snocciolano proposte concrete per migliorare la condizione delle italiane, come reintrodurre il divieto delle dimissioni in bianco, (dove c'è già il progetto di legge n.3009 dell'onorevole Gatti) e riformare la legge elettorale prevedendo un'equa rappresentanza dei due generi per esempio con il meccanismo della doppia preferenza.

Il parere della Consigliera nazionale di parità
A difendere il lavoro del Governo, c'è la Consigliera di parità Alessandra Servidori, mentre il ministro del Lavoro e delle Pari Opportunità Elsa Fornero è impegnata a incontrare Rashida Manjoo, relatrice speciale delle Nazioni Unite per la violenza contro le donne, in visita in Italia.

A lei spetta il compito di rispondere alle accuse di superficialità e inadempienza del comitato Cedaw e dell'assenza di un'adeguata pubblicità della Convenzione:«Ventun rappresentanti del governo italiano hanno redatto il rapporto, è stato molto partecipato, non era mai capitato prima. Ricordo ciò che è stato fatto, in particolare dal ministero del Lavoro da cui dipendo: il testo unico sulla sicurezza (n.81 del 9/04/2008), che riconosce alcune patologie professionali al femminile, l'Osservatorio sulla contrattazione decentrata e la conciliazione dei tempi di vita e lavoro, e con la Finanziaria si sono introdotte all'articolo 53 del contratto di produttività, agevolazioni fiscali alle aziende che favoriscono la flessibilità e ai lavoratori e alle lavoratrici. A questo si aggiunge il piano nazionale contro la violenza di genere e lo stalking, il numero unico nazionale 1522. Mi spiace solo che il nostro lavoro non abbia avuto il riconoscimento dovuto». Neubauer conclude: «Il Comitato riconosce il grande lavoro del Governo ma abbiamo ricevuto molte risposte generiche. Il ruolo del Comitato è difendere i diritti delle donne e non siamo soddisfatti con l'applicazione della Cedaw».





Pari Opportunità: l'ONU rimprovera l'Italia

Fonte: Dire Donna
Articolo di Marco Viviani

Le pari opportunità sono ancora un miraggio lontano in Italia, stando al Rapporto del Cedaw, il Comitato Onu per l’eliminazione delle discriminazioni nei confronti delle donne. Violeta Neubauer ha presentato a Roma un documento che tira le orecchie al nostro Paese.

Il documento che esorta l’Italia a fare di più in materia di pari opportunità è la conclusione finale dopo le osservazioni fatte al lavoro quadriennale di ogni singola nazione per lo sviluppo del trattato internazionale. Il cosiddetto “rapporto ombra” a cui hanno aderito 140 organizzazioni per riflettere su lavoro, maternità, cittadinanza, pensioni, ruolo delle donne e via dicendo.

Diciamo subito che non è andata benissimo. Se il rapporto già l’anno scorso mostrava segni preoccupanti per quanto riguardava la rappresentazione della donna quale oggetto sessuale, e per gli stereotipi circa i ruoli e le responsabilità dell’uomo e della donna nella famiglia e nella società, le conclusioni sono perentorie: l’Italia dovrebbe fare di più.

«È ancora diffuso lo stereotipo e l’idea ingiusta che non valga la pena investire nella formazione e attribuire fondi per la ricerca a chi poi un giorno diventerà madre e dovrà occuparsi anche del lavoro di cura.»

La proposta del Comitato è quella di proseguire più velocemente nelle direttive del trattato, spingendo per leggi temporanee speciali per le aree in cui le donne sono sottorappresentate. In altri termini, quote rosa, vantaggi economici, allocazione di risorse dello Stato.

Due le misure subito attuabili uscite dall’incontro alla Camera dei Deputati: quote nella nuova legge elettorale, e nuova legge sulle dimissioni in bianco. Ci sono poi una serie di misure molto più complesse per aumentare la partecipazione delle donne nella società, in particolare nel lavoro e quindi nell’economia, fondamentali in questo tempo di crisi, ma intanto qualcosa si potrebbe già fare.

Non possiamo pensare di essere credibili soltanto perché riduciamo il debito: quello interessa alle banche. Ma l’Italia è anche il paese dove le donne hanno una pensione più leggera del 30%, in Parlamento si conta una donna su cinque, dove soltanto il 2% delle donne che appaiono in televisione non sono associate al sesso, all’avvenenza, dove le studentesse rappresentano il 58% dei laureati, ma le ricercatrici sono il 40%, le professoresse associate il 32% e ci sono in tutta la penisola solo due donne rettore.



Presentazione in Parlamento del Rapporto Ombra CEDAW

DONNE- RAPPORTO CEDAW- NEUBAUER(CEDAW):"NECESSARIA MAGGIORE DIVULGAZIONE E INCISIVITA' STEREOTIPO DI GENERE.". SERVIDORI(CONS.NAZ.PARITA'):"APPUNTAMENTO 8 MARZO CON RAPPORTO"

(2012-01-17)



E’ stato presentato oggi, su iniziativa presso la Camera dei Deputati, il cosiddetto Rapporto Ombra 2011 (vedi http://www.italiannetwork.it/news.aspx?id=32335) un importante mezzo di informazione "dal basso" risultato di un’ampia consultazione con le principali attiviste, accademiche e professioniste in materia di discriminazione di genere sul concreto stato di attuazione della Convenzione ONU per “l’Eliminazione di Ogni Forma di Discriminazione nei Confronti della Donna (CEDAW) in Italia”. Un mezzo che spesso evidenzia ritardi e limiti della cultura dominante e dell'impegno governativo in materia nei diversi Paesi che hanno aderito.

Il Rapporto, che non ha avuto un'ampia divulgazione - pur essendo stato pubblicato dal Ministero degli Affari Esteri, come ha fatto presente la consigliera di parità, Alessandra Servidori - richiama l’Italia all’eliminazione delle numerose forme discriminatorie ancora presenti attraverso l’applicazione di leggi che sono state, in realtà, in tutto od in parte disattese. A sostenere tale conclusione Violetta Neubauer - Membro Comitato CEDAW – che ha dichiarato “lo stereotipo di genere, in Italia, deve essere affrontato con maggiore incisività” . Neubauer non ha mancato di affermare con molta decisione che “le osservazioni conclusive del comitato sono ben lungi dall’essere attuate” nel nostro Paese, “Oltre che divulgate”. Un aspetto, quest'ultimo, sul quale l'esponente del CEDAW è ritornata nel suo intervento, stigmatizzando la difficoltà nel reperimento della documentazione in materia.

D'altra parte l'esponente del CEDAW, pur prendendo atto della mole di lavoro svolta, e poco prima sottolineata dalla Consigliera Nazionale di Parità, Servidori, ha fatto presente come siano molti gli interrogativi sull'argomento e sui quali il CEDAW ha chiesto chiarimenti, ricevendone, tuttavia, generiche risposte, come lo stesso sito del Comitato testimonia.

Risultato: per l'esponente del Comitato Internazionale nel nostro Paese " rimane una lacuna immensa tra la normativa esistente e l’attuazione di queste leggi”. Lacuna sulla quale la consigliera nazionale di Parità, Servidori, si è impegnata a far fronte sul piano dell'informazione, attraverso una migliore divulgazione dei risultati ottenuti dal lavoro già svolto. In questo senso, la realizzazione di una serie di eventi dedicati al Rapporto, auspicati dalla giornalista Tiziana Ferrario, per il prossimo 8 marzo. (17/01/2012-ITL/ITNET)



The Globalist Syndication | Rapporto-Ombra-cose-turche-alla-Camera

domenica 15 gennaio 2012

Oggi ha inizio la visita ufficiale della Relatrice ONU contro la violenza sulle donne in Italia

Nel 2010 Giuristi Democratici, la rete nazionale dei centri antiviolenza DI.RE e la Piattaforma "30 anni di CEDAW: lavori in corsa" hanno invitato in Italia per una serie di conferenze la Relatrice Speciale ONU contro la violenza maschile sulle donne RASHIDA MANJOO.

Da domani, RASHIDA MANJOO inizierà la sua visita ufficiale in Italia, dove toccherà le città di Roma, Milano, Bologna, Napoli.

Qui di seguito il comunicato stampa ufficiale e, tratto dal sito ONU, il significato che assume la sua visita ufficiale.

Violence against women / Italy: UN expert announces first fact-finding mission to the country

GENEVA / ROME – United Nations Special Rapporteur Rashida Manjoo will visit Italy from 15 to 26 January 2012 to gather information on the issue of violence against women in the country. This will be the first visit to Italy by an independent expert charged by the UN Human Rights Council to monitor violence against women, its causes and consequences.

“Violence against women remains a grave and persistent problem in the world today,” said Ms. Manjoo, who is visiting the country at the invitation of the Government. “This mission provides me with a unique opportunity to discuss and report on the impact of policies and programmes adopted by Italy to fight the problem.”

The Special Rapporteur’s mandate on violence against women, its causes and consequences includes violence in the family, violence within the community, violence perpetrated or condoned by the State, and violence in the transnational sphere, including violence against refugee, asylum seeking and migrant women.

The Special Rapporteur will travel to Rome, Milan, Bologna and Naples where she will hold discussions with government authorities and representatives of civil society. Among her areas of focus will be issues relating to violence against migrant women including Roma and Sinti women. The Special Rapporteur will also visit shelters and detention centers, and will meet with individual victims of gender-based violence.

A press conference on the initial findings of the visit will be held at the Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI) in Rome on Thursday 26 January 2012 at 13:00pm.

Based on the information obtained during the visit, Ms. Manjoo will present a report with her final findings and recommendations to the 20th session of the Human Rights Council in June 2012.

Ms. Rashida Manjoo (South Africa) was appointed Special Rapporteur on Violence against women, its causes and consequences in June 2009 by the UN Human Rights Council, for an initial period of three year. As Special Rapporteur, she is independent from any government or organization and serves in her individual capacity. Ms. Manjoo is also a Professor at the Department of Public Law at the University of Cape Town.

For additional information on the mandate of the Special Rapporteur, please visit:

Check the UN Declaration on the Elimination of Violence against Women:

OHCHR Country Page – Italy

For press inquiries please contact Fabio Graziosi (Tel: +32 (0)2 788 8469 / email: graziosi@unric.org), Selma Vadala (Tel: +41 (0)79-444-4332 / email: svadala@ohchr.org)

For media inquiries related to other UN independent experts:
Xabier Celaya, UN Human Rights Media Unit (+ 41 22 917 9383 / xcelaya@ohchr.org)

UN Human Rights, follow us on social media:


Mandate holders carry out country visits to investigate the situation of human rights at the national level. Mandate holders typically send a letter to the Government requesting to visit the country, and, if the Government agrees, an invitation to visit is extended. Some countries have issued "standing invitations", which means that they are, in principle, prepared to receive a visit from any special procedures mandate holder.

During such missions, the experts assess the general human rights situation in a given country, as well as the specific institutional, legal, judicial, administrative and de facto situation under their respective mandates. During the country visit the experts will meet with national and local authorities, including members of the judiciary and parliamentarians; members of the national human rights institution, if applicable; non-governmental organizations, civil society organizations and victims of human rights violations; the UN and other inter-governmental agencies; and the press when giving a press-conference at the end of the mission. After their visits, special procedures' mandate-holders submit a mission report to the Human Rights Council including their findings and recommendations.

Mandate holders at times also visit various International Organizations that have cross-cutting themes with the mandates. For example, official visits were made to the World Bank, FAO, World Trade Organization, World Health Organization etc. and reports on recommendations arising from the visits have been issued.

Terms of Reference for Fact-finding missions by Special Procedures
The terms of reference for country visits were adopted at the fourth annual meeting of the special rapporteurs (E/CN.4/1998/45) and are intended to guide Governments in the conduct of the visit. During fact-finding missions, special procedures of the Human Rights Council, as well as of United Nations staff accompanying them, should be given the following guarantees and facilities by the Government that invited them to visit its country:

(a) Freedom of movement in the whole country, including facilitation of transport, in particular to restricted areas;

(b) Freedom of inquiry, in particular as regards:

(i) Access to all prisons, detention centres and places of interrogation;

(ii) Contacts with central and local authorities of all branches of government;

(iii) Contacts with representatives of non-governmental organizations, other private institutions and the media;

(iv) Confidential and unsupervised contact with witnesses and other private persons, including persons deprived of their liberty, considered necessary to fulfil the mandate of the special rapporteur; and

(v) Full access to all documentary material relevant to the mandate;

(c) Assurance by the Government that persons, whether officials or private individuals, who have been in contact with the special rapporteur/representative in relation to the mandate, will not, as a result, suffer threats, harassment or punishment or be subjected to judicial proceedings;

(d) Appropriate security arrangements without, however, restricting the freedom of movement and inquiry referred to above;

(e) Extension of the same guarantees and facilities mentioned above to the appropriate United Nations staff who will assist the special rapporteur before, during and after the visit.

Il Rapporto Ombra sull'implementazione della CEDAW in Italia presentato in Parlamento

La piattaforma "Lavori in corsa: 30 anni CEDAW"
è lieta di invitarvi alla
presentazione del Rapporto Ombra e delle Raccomandazioni CEDAW 2011
Convenzione per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne



Martedì 17 gennaio 2012, dalle ore 10.00 alle ore 12.00
Camera dei Deputati - Sala Mappamondo
Entrata di Piazza Montecitorio 1

Verrà presentata e distribuita la sintesi divulgativa del Rapporto Ombra elaborato dalla Piattaforma "Lavori in corsa: 30 anni CEDAW" e delle Raccomandazioni che il Comitato CEDAW ha rivolto all'Italia in occasione della 49° sessione di valutazione tenutasi lo scorso Luglio 2011 presso le Nazioni Unite a New York

PROGRAMMA:

Modera
Tiziana Ferrario, Giornalista Rai

Presentazione del rapporto ombra e delle raccomandazioni CEDAW
Dott.ssa Simona Lanzoni - Fondazione Pangea onlus
Avv.ta Barbara Spinelli - Giuristi democratici
Dott.ssa Rossana Scaricabarozzi - ActionAid-Italia
Avv.ta Concetta Carrano - D.I.R.E. - Donne In Rete contro la violenza

Intervengono
Violeta Neubauer - Membro Comitato ONU CEDAW
On. Rosa Maria Villecco Calipari
On. Barbara Saltamartini
On. Savino Pezzotta
On. Anita Di Giuseppe
On. Benedetto Della Vedova

Conclude
Dott.ssa Alessandra Servidori Consigliera Nazionale di Parità

Per partecipare all’iniziativa è necessario registrarsi, entro e non oltre il 16 Gennaio, presso la segreteria dell’on.
Rosa Villecco Calipari - tel. 06 6760 9343 - mail: villecco_r@camera.it, o all’email: 30YEARSCEDAW@gmail.com

Per accedere nelle sale della Camera dei deputati gli uomini sono tenuti ad indossare giacca e cravatta.

Per info: http://lavorincorsa30annicedaw.blogspot.com

martedì 10 gennaio 2012

Iniziativa a Bologna sugli stereotipi di genere nella comunicazione. 14 gennaio 2012



sabato 14 gennaio
Sala dello Zodiaco Via Zamboni 13 Bologna
ore 14,30

Gabbia di sguardi.
Stereotipi di genere nella comunicazione

Ne parliamo con:


Barbara Spinelli
Avvocata redattrice del Rapporto Ombra CEDAW

Elisa Coco
Comunicattive

Mariangela De Gregorio, Anna Bestetti, Giulia Turrini
Frequenze di Genere

Barbara Servidori, Stefania Prestopino
Associazione Hamelin – collettivo Le Vocianti

Ico Gasparri
Artista Sociale, Fotografo

Ilaria Caprioglio
Avvocata e scrittrice, ex-modella

coordina Valèrie Donati,
collettivo Le Vocianti